Santadi
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Centro situato nel cuore del Sulcis, Santadi offre a coloro che lo visitano un insieme di caratteristiche e peculiarità, difficilmente riscontrabili tutte insieme in un unico paese.
Gli abitanti sono circa 4000, distribuiti in un ampio territorio pianeggiante, attorniato da zone gradatamente più mosse ed aspre.
L’abitato sorse in epoca medioevale, ma dovette affrontare un periodo di forte spopolamento, sino a quando nel Settecento, ebbe la possibilità di risorgere come nucleo agricolo.
Ancora oggi Santadi basa la propria economia sull’agricoltura, forte di una tradizione vinicola che ci ha portato ai vertici del settore sia in Sardegna che nel resto d’Italia e nel mondo.
Inoltre, altro settore di notevole importanza è sicuramente il comparto caseario che, grazie all’opera dei singoli ha conosciuto un momento di intenso sviluppo, che si è ridotto a causa dei problemi riscontrati nell’intera zona del Sulcis, inerenti tale attività.
Per chi ama il verde e la pace dei boschi, Santadi possiede un patrimonio boschivo straordinario. A pochi km dal centro abitato infatti, si estende la splendida foresta di Pantaleo che comprende alberi secolari, querce, filliree, sughere ma soprattutto importante in quanto unica in Europa, la lecceta.
Tutta la zona è ricca di sorgenti e di uno straordinario sottobosco ricco di funghi. Il bosco ha consentito la sopravvivenza del cervo sardo e del daino che vengono protetti per assicurarne la continuità della specie. Sempre ai piedi del bosco si trova l’edificio che ospita il cantiere dell’Ente Foreste, che si occupa di ripristinare la vegetazione nelle aree degradate, vigilare sulla presenza e la diffusione degli animali che abitano il bosco e la difesa degli incendi.
Agli inizi del Novecento la foresta è stata sfruttata da diverse società tra cui la francese Petin & Gaudet, che si occupava di trasportare, attraverso una ferrovia che arrivava sino al mare, il carbone vegetale prodotto in loco.
A testimonianza di ciò, si trovano nella foresta di Pantaleo, numerosi edifici alcuni ormai ridotti a ruderi, altri invece in buono stato di conservazione.
Santadi offre ai propri visitatori importanti siti archeologici come la “Tomba dei Giganti”.
Scoperta in località Barrancu Mannu, a pochi km dal centro abitato, si erge in uno scenario naturale incantevole, tra dirupi e picchi granitici. Le vecchie popolazioni attribuirono al sito questo strano nome, poiché sostanzialmente si tratta di una tomba collettiva, in cui al suo interno venivano sepolte le genti del vicino villaggio nuragico. Costruita con grossi blocchi di granito, è costituita da un lungo corridoio avente una piccola apertura con altezza 60 cm e larghezza 50 cm.
Eretta in una zona strategica da cui era possibile controllare le valli sottostanti, con lo scopo di difendere l’attività pastorale della comunità del luogo e le proprie genti.
Alcuni attribuiscono a questo sito dei poteri curativi, quasi magici, dovuti ai particolari campi magnetici ivi presenti.
Altro sito di notevole importanza è “ Pani Loriga “, ubicato in una collina che non supera i 200 m. d’altezza, ospita un enorme insediamento civile e militare di epoca fenicio punica nonché i resti di un imponente nuraghe.
Fondata nel VII secolo a.c. da coloni fenici ha avuto una lunga sopravvivenza poiché si presentava isolata e quindi idonea ad un insediamento di carattere militare ma, nell’altura di Pani Loriga, gli avvicendamenti culturali si ritrovano stratificati quasi ininterrottamente dal quarto millennio a.c. fino all’ottavo secolo d.c. con chiare tracce di frequentazione prenuragica, nuragica, fenicio-punica, romana e bizantina.
Gli scavi iniziati negli anni sessanta proseguiti poi negli anni settanta hanno consentito l’individuazione di tre distinte cinte murarie avvolgenti la collina ad altezze diverse, di una vasta necropoli ad incinerazione in fosse, di una necropoli ipogeica e di un quartiere di abitazioni civili, con strade e isolati.
A ribadire l’importanza che il territorio del Sulcis ebbe in epoca nuragica, oltre i numerosi nuraghi, dai più semplici a quelli complessi, tombe dei giganti, fortezze e terrazzamenti edificati un po’ dappertutto ci sono i templi a pozzo, il monumento più appariscente e spettacolare di quelle genti.
Circa quarant’anni fa nelle colline vicino Santadi, venne scoperto un tempio ipogeico ( Grotta di Su Benatzu ) all’interno di una vasta grotta carsica. Al suo interno a 130 m. dall’imboccatura per una profondità di circa 95 m., si trova il tempio preceduto da una camera ricca di pozze d’acqua e formazioni stalattitiche.
Sulla parete di fondo si trova una stalagmite fungente da altare di m.1,80, con ai piedi un pozzetto d’acqua e accanto ad esso vi era il focolare, vicino al quale sono stati trovati accatastati numerosi reperti, oltre 2000. Tra gli oggetti in metallo ritrovati vi erano pugnali, spade, armi in genere; oggetti ornamentali come bracciali, anelli e collane; utensili domestici come falce e specchio ed infine oggetti votivi e talismanici tra cui l’importantissima navicella e il tripode, tutti risalenti al periodo che va dall’820 al 730 a.c.
L’intero territorio comunale è ricco di grotte e cavità, che per la diversità delle condizioni geologiche hanno determinato grandiosi fenomeni carsici.
Le più conosciute sono le grotte di Is Zuddas, aventi uno splendido scenario sotterraneo creato dall’incessante azione dell’acqua in un periodo calcolato intorno ai 600 milioni di anni.
La grotta ancora in attività, consta di diverse sale ognuna delle quali si differenzia per le particolari caratteristiche delle concrezioni, stalagmiti, stalattiti, aragoniti, colate e le spettacolari concrezioni eccentriche, che rendono questa grotta unica al mondo, dovuta alla loro concentrazione in un’ unica sala. Le grotte, aperte al pubblico dal 1985, hanno avuto nei primi anni novanta, il più alto numero di presenze ( circa 60000 ), che è andato calando col passare degli anni fino ad arrivare alle attuali 30000 presenze. All’interno la temperatura è pari a 16° costanti con un’ umidità vicina al 100% per un percorso turistico di circa 500 metri.
All’ingresso della grotta si possono ammirare i resti di un roditore preistorico estintosi circa 400 anni fa, il Prolagus Sardus, vissuto solamente in Sardegna e Corsica.
Ricco di storia, Santadi offre ai suoi visitatori un panorama museale di notevole importanza.
Nel MUSEO ARCHEOLOGICO sono racchiusi reperti provenienti da diversi siti del Basso Sulcis, che tracciano la storia dell’esistenza umana del territorio, dagli insediamenti primitivi del sesto millennio a.c., sino alle fasi fenicio - puniche e romane del primo millennio a.c.
Sono presenti inoltre ceramiche, pugnali in rame e bronzo e migliaia di vasi del deposito votivo della grotta di Su Benatzu.
Nella struttura è presente un laboratorio ideato per attività didattiche.
Il MUSEO ETNOGRAFICO ha sede in una vecchia casa dei primi del Novecento. Situata nel centro abitato rispecchia la classica abitazione contadina ancora presente nel territorio del Sulcis.
All’interno si trovano l’anticamera, la camera da letto dove dormiva tutta la famiglia, e la sala da pranzo, tutte arredate con mobili antichi.
All’esterno si trovano esposti gli utensili per la preparazione e il consumo dei cibi e nelle vicinanze le lolle ( is lollas ) sotto le quali vengono riposti gli attrezzi utilizzati per il lavoro agricolo.
Terzo museo da prendere in considerazione, è il MUSEO DEL LIBRO meglio definibile come mostra permanente del libro, che ha sede presso la Scuola Media del paese. Suddiviso in diversi settori, è stato creato dai bambini di un età compresa tra i 4 e i 13 anni, con l’ausilio degli insegnanti delle diverse classi.
I lavori in esso racchiusi, vengono creati in specifici laboratori attraverso attività manuali, eseguite dai più piccoli, e multimediali, eseguite dai ragazzi delle scuole medie.
Aperto al pubblico dal 2002, in esso sono raccolti lavori provenienti da tutta Italia, eseguiti negli ultimi otto anni scolastici. Inoltre l’Istituto Comprensivo di Santadi è promotore dei concorsi a livello nazionale “ Leggilo anche tu “ e “ Scrivilo anche tu “.
Il paese offriva nei tempi passati alcune attività artigianali attualmente quasi scomparse, quali la realizzazione dei cestini nelle sue due tipologie, quelli realizzati con le canne ed il legno di olivastro o fillirea e quelle realizzati con lo stelo del grano ed il giunco; impagliatura delle sedie e ricamo.
Attualmente sono sorte delle piccole attività di coltellinai.
Prodotti tipici
Santadi offre una vasta gamma di prodotti alimentari tipici della cultura del territorio del Sulcis.
VINO: nata nel 1960, superate le difficoltà dei primi anni, è tutt’ora animata da una determinazione che genera entusiasmo e passione tanto da essere diventata ambasciatrice del nostro paese, nel mondo. Il “cultivar” principe del territorio è il Carignano, che contraddistingue la nostra produzione dalle altre cantine dell’isola. In azienda si producono 14 vini differenti, di cui 8 rossi, 1 rosato, 4 bianchi e uno dolce da dessert.
FORMAGGI: le parti asciutte del territorio sono sfruttate per l’allevamento di ovini e caprini, attività che consente la produzione di ottimi formaggi. Quasi tutto il latte prodotto nel nostro territorio viene trasferito alla Latteria Sociale, nella quale, attraverso diversi processi di lavorazione, nascono 14 tipi di formaggi freschi e stagionati di ottima qualità, trasportati soprattutto all’estero.
PANE: la tradizione del pane cotto nel forno a legna è fortemente radicata nella nostra cultura tant’è che esistono quattro panifici artigianali che ne sfornano diverse tipologie.
Il “civraxiu”, “su coccoi”, pane con olive, con la ricotta, con “gerda” ( i ciccioli di maiale ), oppure il prelibato pane col pomodoro, sono elementi essenziali della quotidianità.
DOLCI: i dolci che si preparano in tutta la zona sono differenti a seconda dei periodi dell’anno e delle festività. La tipicità di questi è data soprattutto dalla varietà di ingredienti utilizzati durante la preparazione. A Santadi tipiche sono “ is pardulas “, gli amaretti, i “ gueffus “, e comunque tutte le varietà a base di mandorle.
MIELE: Santadi inoltre ha due produttori artigiani di miele, le varietà sono le più disparate, si va dal semplice Millefiori, al corbezzolo, cardo, acacia, eucalipto, ecc.
OLIO: le campagne attorno al paese sono ricche di uliveti e durante il periodo della raccolta, due sono i frantoi che ricevono le olive dalle famiglie, per la provvista annuale. Esiste inoltre in paese l’unico produttore che imbottiglia ed esporta, soprattutto all’estero, un ottimo extra vergine di qualità.
SALUMI: data la tradizione agro pastorale della zona, non poteva mancare un piccolo laboratorio artigiano in cui si producono insaccati.
ZAFFERANO: l’ultima novità in campo alimentare, è data dalla coltivazione, produzione e lavorazione dello zafferano, da parte di una giovane artigiana Santadese.
Manifestazioni
La manifestazione più importante che si svolge a Santadi è il MATRIMONIO MAURITANO, che dal 1968 si ripete ogni prima domenica d’Agosto e viene celebrato secondo i canoni della Chiesa Cattolica Apostolica Romana. Il termine non deve trarre in inganno in quanto non si tratta di un rito pagano, ma il riferimento è relativo alle genti africane che probabilmente in passato, sono sbarcate nei lidi sulcitani e sono state ospiti delle terre santadesi.
I preparativi che sono antecedenti al giorno di festa sono tanti, sicuramente l’allestimento delle traccas degli sposi, è tra le cose che fanno risvegliare l’orgoglio contadino della gente.
Le traccas sono i carri trainati dai buoi, addobbati con gli arazzi più belli, le spighe di grano, tralci di mirto, fiori e tappeti, con i quali verranno accompagnati i futuri sposi, ad unirsi in matrimonio. Un carro dovrà accompagnare la sposa, assieme ai genitori e ai testimoni, mentre un altro verrà utilizzato dallo sposo e dai suoi familiari.
La celebrazione del rito religioso avviene nella piazza principale, in un apposito palco allestito per l’occasione, di fronte all’intero paese che si rende testimone della promessa nuziale.
A fine cerimonia le madri degli sposi impartiscono ai loro figli la benedizione con l’acqua e “sa grazia”, miscuglio di grano, petali di fiori e sale, simbolo, rispettivamente, di abbondanza, felicità e sapienza.
La giornata prosegue con balli e canti da parte dei gruppi folckloristici provenienti dalle varie zone dell’isola e con il ricevimento nuziale, durante il quale gli sposi offrono al pubblico, dopo il famoso taglio della torta, i dolci tipici della tradizione e l’ottimo vino che in paese si produce.
INCONTRO CON LA NATURA è una manifestazione che, da qualche anno a questa parte, si svolge nel territorio di Santadi, più precisamente, nella zona boschiva di Pantaleo; la stagione prescelta è la Primavera, generalmente in una calda domenica di Maggio o Giugno.
Diventata ormai appuntamento abituale per gli appassionati della natura, durante questa giornata si dà la possibilità a coloro che desiderano conoscere meglio il patrimonio naturalistico della zona, di addentrarsi per i monti alla scoperta di territori per molti pressoché sconosciuti.
La mattinata trascorre passeggiando in mezzo al bosco e si conclude con un pranzo tipico sardo, cucinato sul posto per i partecipanti. Durante la serata si alternano balli e canti mentre tutt’intorno gli stand di prodotti alimentari e non solo, fanno da cornice alla manifestazione.
Dal 2003 Santadi fa parte dell’Associazione nazionale “Città dell’Olio”.
A fine Novembre si organizza in tutta Italia la manifestazione “PANE E OLIO IN FRANTOIO”. E’una manifestazione che il paese sta curando notevolmente nonostante sia ancora molto giovane.
Essa è prioritariamente destinata, con vari eventi, a presentare nella loro veste migliore l’olio ed il pane, prodotti di cui Santadi va fiera per la loro bontà e genuinità e per il rispetto delle tradizioni con cui avviene la loro lavorazione. Ogni anno però la manifestazione sta estendendo il suo interesse verso tutti gli altri prodotti enogastronomici tipici e lavorazioni artigianali del paese e del circondario, in armonia con lo spirito dell’Associazione nazionale che vuol presentare le città dell’olio e l’ambiente in cui sono inserite come luoghi in cui si vive secondo ritmi che privilegiano il benessere dell’uomo. E’ una manifestazione da far crescere.
A Santadi sono presenti sette B&B, un piccolo agriturismo ed un agricamping con un ridotto numero di piazzole.
Nel complesso turistico di “Is Zuddas” è presente un albergo avente una capienza di circa cinquanta posti letto che deve essere affidato in gestione.
E’ imminente inoltre l’approvazione del progetto di riconversione dell’ex Carcere in una struttura ricettiva che potrà ospitare circa 30 persone.
Una caratteristica di Santadi è il frazionamento molto accentuato degli insediamenti abitativi del suo territorio. Sono presenti infatti oltre 30 “furriadroxius”, piccoli insediamenti abitativi rurali, che mantengono integre, in misura abbastanza buona, l’architettura tipica sarda.